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  • Secondo i partecipanti al sondaggio della BEI, il caro vita e le apprensioni legate al clima e all’ambiente sono le principali sfide che l’Italia deve superare
  • Per più di due terzi degli intervistati il passaggio a un’economia climaticamente neutra è possibile solo se in parallelo si affrontano anche le disuguaglianze.
  • L’80% dei partecipanti italiani vorrebbe sospendere  sussidi e sgravi fiscali per il settore del trasporto aereo e per tutte le società fortemente dipendenti dai combustibili fossili.
  • Gli intervistati sarebbero perlopiù d’accordo con l’introduzione di un aumento dell’imposta sul reddito per dare una mano a coloro che si adeguano alle politiche correlate al clima e appartengono alle fasce più basse di reddito.
  • La maggior parte degli intervistati considera che il Governo debba compensare finanziariamentei paesi colpiti dagli effetti dei cambiamenti climatici pur non essendo responsabile.

La Banca europea per gli investimenti (BEI) ha lanciato oggi la sesta edizione dell’Indagine sul Clima. Questi sono alcuni dei risultati più sorprendenti che emergono dal sondaggio annuale che si è volto tra agosto e settembre 2023.

L’Indagine della BEI sul Clima, che ha una cadenza annuale dal 2018, approfondisce i punti di vista degli abitanti delle principali economie mondiali sulle questioni associate ai cambiamenti climatici. Hanno partecipato più di 30 000 persone dell’Unione europea, Stati Uniti, Cina, India, Giappone, Regno Unito, Emirati arabi uniti, Canada e Corea del Sud.  .

I risultati dell’Indagine della BEI sul Clima indicano che dopo un altro anno impegnativo - dovuto non solo all’inflazione ma anche alle eccezionali ondate di calore, agli incendi, alluvioni e periodi siccitosi -, gli intervistati in Italia sono diventati più consapevoli delle profonde ripercussioni dei cambiamenti climatici e dell’urgenza di interventi immediati sia nel proprio paese che nel mondo. Se da un lato il caro vita rappresenta la loro principale sfida[1] (per il 64% degli intervistati è la prima delle tre preoccupazioni più sentite per il loro paese, 4 punti percentuali al di sotto della media UE), gli impatti dei cambiamenti climatici e il degrado ambientale seguono quasi a ruota: il 54% infatti li considera una grossa preoccupazione (4 punti percentuali al di sopra della media UE).

Richiesta una transizione giusta nel proprio paese e in quelli colpiti

Considerata la disoccupazione e le disparità economiche come principali sfide per i partecipanti all’indagine, scelte tra cinque grandi problematiche, gli italiani perlopiù auspicano l’attuazione di politiche eque che affrontino l’emergenza climatica. Il 70% degli intervistati (con una percentuale di 2 punti inferiore alla media UE) sostiene che la transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio può concretizzarsi solo se si trattano in parallelo anche le diseguaglianze economiche e sociali.

Interrogati in merito alla possibilita di compensare finanziariamente i paesi in via di sviluppo per sostenerli nell’adattamento agli impatti dei cambiamenti climatici - tema considerato centrale alla COP28 di Dubai,, gli intervistati sono favorevoli all’idea di estendere l’aiuto al di là dei propri confini nazionali per aiutare i paesi più vulnerabili ai cambiamenti climatici e garantire un’effettiva transizione giusta verso un futuro resiliente in tutto il mondo.

Il 64% dei partecipanti (con una percentuale di 4 punti superiore alla media UE e di 6 punti superiore a quella tedesca, ad esempio), condivide l’idea che il proprio paese debba risarcire finanziariamente i paesi colpiti per aiutarli nella lotta contro i cambiamenti climatici.


 Agli intervistati è stato chiesto di individuare le tre principali sfide del loro paese, riferendosi ad un elenco di dieci problematiche presentate in ordine sparso: caro vita, disoccupazione, cambiamenti climatici, degrado ambientale, instabilità politica, disparità di reddito, accesso alle cure sanitarie, migrazioni su ampia scala, attacchi alla sicurezza informatica e terrorismo.

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Prelievi fiscali per sostenere una transizione giusta

Stando ai risultati dell’indagine, il 62% degli italiani (una percentuale di 3 punti superiore alla media UE del 59%) sarebbe disposto ad aumentare l’imposizione fiscale sul reddito per venire in aiuto alle famiglie a basso reddito e ridurre i loro costi associati alla transizione verde. Tra gli intervistati, il 48% accetterebbe di pagare 1-2% in più di tasse sul reddito e il 14% accetterebbe un aumento del 5-10%.

La maggior parte dei soggetti intervistati vedrebbe di buon grado il pagamento di altri tipi di prelievi fiscali correlati al clima. Ad esempio, l’81% appoggerebbe una riforma fiscale sui combustibili fossili che elimini sussidi e agevolazioni fiscali per il settore del trasporto aereo e per altre industrie che dipendono fortemente dai combustibili fossili.

Osservazioni della Vicepresidente della BEI Gelsomina Vigliotti

“Sono molto soddisfatta di vedere che gli italiani sono sempre più consapevoli impegnati nella lotta contro il cambiamento climatico. Affrontare la crisi climatica nel mondo è essenziale per garantire stabilità, prosperità e sicurezza.. In quanto banca del clima dell’Unione europea, siamo orgogliosi che nel 2022 più della metà dei finanziamenti del Gruppo BEI nel Paese sono stati dedicati a favore della sostenibilità ambientale e della sicurezza energetica. È un volume eccezionale che vogliamo ripetere negli anni a venire.”

L’Indagine della BEI sul clima

La Banca europea per gli investimenti (BEI) ha completato la sesta edizione dell’Indagine annuale della BEI sul Clima, un’analisi approfondita di come i cittadini percepiscono i cambiamenti climatici. Condotta in partenariato con la società di ricerche di mercato BVA, la sesta edizione mira ad arricchire di contenuti informativi il dibattito generale sui comportamenti e le attese dei cittadini riguardo all’azione per il clima. L’indagine, che si è svolta tra il 7 agosto e il 4 settembre 2023, ha coinvolto oltre 30 000 intervistati, con un gruppo rappresentativo di persone a partire dai 15 anni di età, residenti in 35 paesi (i 27 paesi dell’UE, Stati Uniti, Cina, Regno Unito, India, Giappone, Corea del sud, Canada ed Emirati arabi uniti).

La Banca europea per gli investimenti

La Banca europea per gli investimenti (BEI) è l'istituzione finanziaria di lungo termine dell'Unione europea ed è di proprietà dei suoi Stati membri. Opera in più di 160 paesi ed eroga finanziamenti di lungo periodo per investimenti validi contribuendo agli obiettivi strategici dell'UE. 

  • Nel 2019 la BEI ha aggiornato e approvato una nuova Politica di finanziamento del settore energetico (Energy Lending Policy) che pone fine ai finanziamenti a progetti energetici che non prevedono la diminuzione graduale della produzione e del consumo di combustibili fossili, compreso il gas naturale. La BEI è stata la prima tra le banche multilaterali di sviluppo ad attuare un simile approccio 
  • e nel 2021 è stata inoltre la prima tra di loro ad allineare le attività di finanziamento ai requisiti dell’Accordo di Parigi. 
  • Attraverso la Climate Bank Roadmap del Gruppo BEI (Tabella di marcia della banca per il clima), il Gruppo intende contribuire con un importo pari a 1 000 miliardi di € a investimenti nell’azione per il clima e nella sostenibilità ambientale durante il decennio critico 2021-2030. 
  • Il Gruppo ha anche espresso l’impegno a portare gli investimenti nell’azione per il clima e nella sostenibilità ambientale a oltre il 50% dei finanziamenti annuali entro il 2025 (obiettivo superato l’anno scorso raggiungendo 58%).

EIB Global è il braccio specializzato del Gruppo BEI per le operazioni al di fuori dell’Unione europea ed è parte essenziale della strategia Global Gateway dell’UE. EIB Global intende sostenere almeno 100 miliardi di € di investimenti entro la fine del 2027, che rappresentano circa un terzo dell’obiettivo complessivo del Global Gateway. Nell’ambito di Team Europe, EIB Global promuove partenariati solidi e mirati, collaborando con istituzioni omologhe di finanziamento allo sviluppo e con la società civile. EIB Global realizza una maggiore vicinanza del Gruppo alle comunità, imprese e istituzioni locali attraverso i suoi uffici in tutto il mondo.

BVA Xsight

BVA Xsight è una società pioniera nel settore della ricerca di mercato e nella consulenza.  I suoi 400 esperti, avvalendosi di conoscenze e competenze settoriali specifiche, analizzano le particolari sfaccettature della vita delle persone, fornendo spunti pratici e approfonditi che migliorano il processo decisionale e i risultati aziendali.

La società opera in Francia e a livello internazionale, in collaborazione con organizzazioni pubbliche e private. Ha ottenuto svariati premi e riconoscimenti per le sue capacità innovative distinguendosi per l’impegno di squadra e per la passione professionale.

Fondata in Francia nel 1970, BVA Xsight è una società con un approccio orientato alla realizzazione di compiti ben precisi e fa parte del gruppo internazionale BVA Group.

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