La Banca europea per gli Investimenti (BEI) ha firmato quattro distinti contratti di finanziamento in favore di Sias SpA, la holding del gruppo Autostradale Gavio, per un totale di 500 milioni di euro. Il progetto principale riguarda il completamento dell’Autostrada Torino-Milano; cinque progetti di minori dimensioni si riferiscono invece a investimenti in altrettante autostrade del gruppo Gavio situate nel Nord-Ovest dell’Italia. Tutti gli investimenti finanziati rientrano nelle cosiddette TENs (Trans European networks), le reti di comunicazione classificate di interesse europeo dalla Commissione della UE e quindi rientranti nelle priorità di finanziamento della BEI.

Torino-Milano
La BEI finanzia per 350 milioni di euro il completamento della Torino-Milano nel tratto di 57 chilometri compreso tra Greggio (Piemonte) e Milano. Il costo totale dell’investimento necessario per realizzare la tratta, che sarà completata in 4 anni, è calcolato in circa 1.100 milioni. La BEI aveva già partecipato nel 2002 al finanziamento della prima tratta, la Torino-Greggio, con un prestito di 150 milioni attualmente in corso di rimborso.

Autostrade del Nord-Ovest
Gli altri progetti riguardano finanziamenti per totali 150 milioni di euro per interventi di messa in sicurezza e miglioramento dell’impatto ambientale nelle seguenti autostrade gestite dal gruppo Gavio: Autostrade valdostane, Ligure-Toscana, Autostrade dei fiori, Torino-Ivrea e Torino-Piacenza.

La struttura finanziaria dell’operazione è stata realizzata in collaborazione con Mediobanca e gruppo Unicredit, che attraverso quattro distinti contratti di prestito hanno assunto il ruolo di intermediari dei fondi messi a disposizione dalla Bei e destinati al gruppo Gavio.

Note:

La Banca europea per gli investimenti sostiene gli obiettivi politici e strategici dell'Unione europea accordando prestiti a lungo termine a favore di progetti economicamente validi. Gli azionisti della BEI sono i 27 Stati membri dell'UE: l'Italia è uno dei quattro principali, insieme al Regno Unito, alla Germania e alla Francia (ciascuno detiene una quota del 16,2% del capitale).