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  • Investimenti futuri: nel 2025, il 27% delle imprese italiane prevede di aumentare gli investimenti
  • Intelligenza artificiale: solo il 20% adotta l’Intelligenza Artificiale (UE: 37%)
  • Condizioni di finanziamento: il 10% delle imprese è insoddisfatto dei costi di prestito, in calo rispetto al 22% dello scorso anno
  • Adattamento climatico: il 69% delle imprese ha già adottato misure per la resilienza, sopra il 53% della media UE

La Banca europea per gli investimenti (BEI) ha pubblicato oggi i risultati italiani dell’EIB Group Survey on Investment 2025 (EIBIS), l’indagine annuale disponibile qui che raccoglie le risposte di circa 12.000 imprese in Europa e negli Stati Uniti sulle dinamiche di investimento.

Dall’indagine emerge che l’80% delle imprese italiane ha investito nell’ultimo anno: un calo rispetto all’87% del 2024 e sotto la media UE (86%), ma accompagnato da una netta ripresa dell’outlook per il 2025. Il 27% delle imprese prevede di aumentare gli investimenti, contro il 16% che ipotizza una riduzione: il saldo positivo dell’11% è più che doppio rispetto al +4% registrato nell’UE e ben sopra il +3% rilevato in Italia lo scorso anno.

“I risultati dell’indagine di quest’anno sulle dinamiche di investimento delle imprese mostrano un’Italia che guarda al futuro con fiducia e che sta investendo nella propria competitività,” ha dichiarato Gelsomina Vigliotti, Vicepresidente della BEI. “La BEI continuerà ad accompagnare le imprese italiane nei loro percorsi di trasformazione, sostenendo investimenti che rafforzano crescita, produttività e resilienza climatica.”

Le imprese italiane guardano al futuro con un ottimismo superiore ai competitor europei: il 32% si aspetta un miglioramento delle prospettive nel proprio settore di appartenenza a fronte del 12% che anticipa un peggioramento, generando un saldo di +20% contro lo 0% dell’UE.

“Le imprese italiane stanno accelerando su innovazione e investimenti immateriali, favorite anche da condizioni finanziarie più favorevoli,” ha affermato Debora Revoltella, Capo Economista del Gruppo BEI. “Ma per mantenere un vantaggio competitivo di lungo periodo è essenziale intensificare l’adozione di tecnologie avanzate, in particolare l’Intelligenza Artificiale, e investire di più nella mitigazione dei rischi climatici.”

Condizioni finanziarie in miglioramento

L’accesso al credito resta complessivamente favorevole: il 49% delle imprese italiane utilizza finanziamenti esterni (UE: 42%), mentre solo il 10% segnala insoddisfazione per i costi dei prestiti, in forte calo rispetto al 22% dello scorso anno e sotto la media UE (15%). Le imprese italiane ricorrono più spesso di quelle europee a prestiti bancari, segno di un ecosistema finanziario reattivo.

Innovazione e digitalizzazione: indietro su IA

Il 74% delle imprese italiane utilizza almeno una tecnologia digitale, in linea con l’UE. Tuttavia, solo il 45% adotta tecnologie avanzate (UE: 51%) e l’Intelligenza Artificiale (IA) è utilizzata dal 20% delle imprese, molto al di sotto del 37% della media europea.

Sul fronte degli investimenti immateriali, questi rappresentano il 39% del totale (UE: 35%), trainati da software/ICT (12%), formazione (10%), R&S (9%) e miglioramenti organizzativi (7%). Oltre metà delle imprese punta a espandere capacità produttiva o a sviluppare nuovi prodotti, mentre solo il 28% investirà nella sostituzione di macchinari e impianti esistenti (UE: 43%).

Clima: imprese italiane attive nell’adattamento, ma pochi investimenti strutturali

Il 69% delle imprese italiane ha adottato misure volte a gestire le conseguenze del cambiamento climatico, al di sopra della media europea (53%). Tuttavia, queste consistono spesso nell’acquisto di assicurazioni (62% vs 25% UE) più che in strategie strutturate o investimenti concreti. Infatti, solo il 17% delle imprese investe in soluzioni specifiche (UE: 30%) e il 18% delle imprese ha sviluppato una strategia di adattamento climatico (UE: 26%).

Sul fronte investimenti per contribuire ad una riduzione delle emissioni, il 50% delle imprese ha effettuato audit energetici (UE: 56%), il 35% ha fissato obiettivi di riduzione (UE: 47%) e l’84% ha adottato misure (UE: 92%), soprattutto riciclo (61%), efficienza energetica (51%) e rinnovabili (44%).

Commercio internazionale: imprese italiane meno colpite dalle tensioni logistiche, ma ritardi nella gestione digitale della supply chain e diversificazione

Il 57% delle imprese italiane opera sui mercati internazionali (UE: 66%), con picchi nell’industria (82%) e nelle grandi imprese (75%). Le interruzioni logistiche colpiscono meno l’Italia (35% vs 43% UE), ma la reazione resta prudente: solo il 5% investe in sistemi digitali di monitoraggio delle scorte (UE: 18%) e l’11% diversifica le fonti di importazione (UE: 19%).

Informazioni generali

La Banca europea per gli investimenti (BEI) è l'istituzione finanziaria a lungo termine dell'Unione Europea, di proprietà degli Stati membri. Finanziando progetti che promuovono otto priorità principali, gli investimenti della BEI contribuiscono alla realizzazione degli obiettivi politici dell'UE, rafforzando l'azione per il clima e la protezione dell'ambiente, la digitalizzazione e l'innovazione tecnologica, la sicurezza e la difesa, la coesione, l'agricoltura e la bioeconomia, le infrastrutture sociali, l'unione dei mercati dei capitali e un'Europa più forte in un mondo più pacifico e prospero.  Nel 2024, il Gruppo BEI, che comprende anche il Fondo Europeo per gli Investimenti (FEI), ha firmato oltre 900 progetti per quasi 89 miliardi di euro, contribuendo a rafforzare la competitività e la sicurezza dell'Europa. Per quanto riguarda l’Italia, il Gruppo BEI ha firmato 99 operazioni nel 2024 per un totale di 10,98 miliardi di euro, contribuendo ad attivare investimenti nell’economia reale per quasi 37 miliardi di euro. Tutti i progetti finanziati dal Gruppo BEI sono in linea con l'Accordo di Parigi, come previsto nella nostra Climate Bank Roadmap. Quasi il 60% dei finanziamenti annui del Gruppo BEI sostiene progetti che contribuiscono direttamente alla mitigazione dei cambiamenti climatici, all'adattamento e a promuovere un ambiente più sano. Sostenendo l'integrazione dei mercati e mobilitando investimenti, le risorse investite dal Gruppo l'anno scorso hanno contribuito ad attivare oltre 100 miliardi di euro di investimenti a favore della sicurezza energetica europea e a mobilitare ulteriori 110 miliardi di euro a sostegno delle startup e scaleup europee. Inoltre, circa la metà dei finanziamenti della BEI all'interno dell'Unione europea è destinata alle regioni di coesione, dove il reddito pro-capite è inferiore alla media dell'UE.

Foto aggiornate e di alta qualità della nostra sede, disponibili per l’uso da parte dei media, sono disponibili qui.

Informazioni sul rapporto EIBIS 2025

L’Indagine del Gruppo BEI sugli Investimenti, condotta dal 2016, è un’indagine annuale unica nel suo genere che coinvolge circa 12.000 imprese. I dati per l’ultima edizione sono stati raccolti a metà 2025 presso aziende di tutti gli Stati membri dell’UE. L’indagine include anche un campione di imprese negli Stati Uniti. Lo studio raccoglie informazioni sulle caratteristiche e sulle performance delle imprese, sulle attività di investimento passate e sui piani futuri, sulle fonti di finanziamento, sugli ostacoli finanziari e su altre sfide aziendali, come il cambiamento climatico, la digitalizzazione e il commercio internazionale.

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2025-508-IT